Qual è la vera differenza tra pulizia e sbiancamento dentale? Scopri in questo post cosa sono e in cosa differiscono questi due trattamenti dentali
Ti sei mai chiesto quale sia la differenza tra pulizia dei denti e sbiancamento dei denti? In questo articolo, vogliamo dissipare ogni dubbio, offrendo una panoramica dettagliata su questi due trattamenti dentali e sui i loro scopi specifici. Molto spesso veniamo interrogati in merito a cosa distingue la procedura di igiene orale da un trattamento sbiancante: oggi vogliamo perciò dissipare la confusione e aiutarvi nella scelta del trattamento adeguato. A prima vista, entrambe le pratiche possono sembrare simili e mirate allo stesso obiettivo, ma in realtà servono a scopi del tutto differenti.
La pulizia dei denti, nota anche come igiene dentale o detartrasi, è un procedimento che viene eseguito principalmente a scopo curativo, finalizzato a preservare la salute orale. Non si tratta di un intervento che va ad agire soltanto sull’estetica orale, ma di un importante passo verso il mantenimento di una bocca sana.
D’altra parte, lo sbiancamento dentale ha come obiettivo principale quello di migliorare l’aspetto estetico del sorriso, restituendo ai denti luminosità e candore. È un trattamento che non influisce direttamente sulla salute dentale, ma che regala un sorriso più bianco e luminoso.
Esamineremo attentamente le due procedure per comprendere i loro dettagli e determinare quando è consigliabile optare per una piuttosto che per l’altra, o se sia opportuno combinare entrambe.
Pulizia dentale: quando serve
La pulizia dei denti, conosciuta anche come igiene dentale o ablazione del tartaro, è come detto un’operazione principalmente curativa, che viene eseguita unicamente a livello professionale.
Durante una seduta di pulizia dei denti, solitamente eseguita con l’ausilio di moderne apparecchiature come gli ablatori ultrasonici, vengono eliminati i depositi di tartaro sopra e sotto le gengive. Talvolta, si ricorre anche a strumenti manuali (detti in gergo tecnico curette) per garantire una pulizia accurata. Alla fine del trattamento, l’igienista dentale si occupa di rimuovere le macchie superficiali tramite air flow (un’apparecchiatura che spruzza sui denti acqua mista a bicarbonato finissimo) e lucidare i denti con apposite spazzole da lucidatura.
La pulizia dei denti coinvolge perciò la rimozione di tartaro, placca e batteri, che costituiscono una minaccia per la salute del cavo orale. Questi accumuli possono insorgere anche in aree difficili da raggiungere durante la normale igiene quotidiana, rendendo essenziale un intervento professionale regolare. Ovviamente, in caso di denti molto macchiati da fumo, caffè o sostanze particolarmente colorate, dopo una seduta di pulizia dentale si noterà anche un notevole miglioramento estetico.
L’eliminazione delle macchie superficiali, seppur apprezzabile, non comporta però nessuno schiarimento della tonalità naturale dello smalto, che rimarrà esattamente quello che era all’inizio della seduta.
Sbiancamento dei denti: quando serve
Dopo aver approfondito a cosa serve la pulizia dentale, andiamo a vedere a cosa e quando serve un trattamento sbiancante. Conosciuto anche come bleaching, lo sbiancamento dei denti è un trattamento che non influisce direttamente sulla salute dentale, ma che si rende necessario in caso di denti gialli o di un colore sgradevole.
Mirato a schiarire lo smalto di una o più tonalità, il trattamento consiste nell’applicazione di gel a base di perossido di idrogeno, carbammide, o altre sostanze (a diverse concentrazioni), spesso coadiuvati da lampade a led. Sottoporsi a uno sbiancamento dentale può essere la scelta ottimale per coloro che desiderano migliorare l’aspetto del loro smalto e renderlo più piacevole. Questa procedura implica l’applicazione di sostanze chimiche specifiche, mirate a sbiancare lo smalto penetrando negli strati interni dei denti, fino a raggiungere la dentina (lo strato più scuro del dente).
Affinché lo sbiancamento produca risultati efficaci e minimizzi gli effetti collaterali, come sensibilità dentale e irritazione delle gengive, è essenziale che sia eseguito utilizzando prodotti professionali e sicuri. Esistono alcune controindicazioni allo sbiancamento dei denti da non sottovalutare prima di sottoporvisi. Durante la procedura, i gel vengono applicati sui denti e talvolta sono coadiuvati dall’uso di lampade a led per accelerare il processo, diminuendo il contatto delle sostanze sbiancanti con lo smalto dentale. Grazie ad alcuni accorgimenti, è però possibile sbiancare i denti sensibili senza complicazioni.
È normale avvertire un aumento temporaneo della sensibilità dentale e, in alcuni casi, una leggera irritazione delle gengive nei giorni successivi alla seduta di sbiancamento. Tuttavia, questi effetti solitamente scompaiono nel giro di pochi giorni, seguendo attentamente le indicazioni del dentista. È importante seguire le istruzioni post-trattamento, che potrebbero includere limitazioni nell’alimentazione e nell’uso di alcuni tipi di dentifricio, per garantire risultati ottimali e duraturi.
Differenza tra pulizia e sbiancamento – conclusioni
Ora che abbiamo ben chiara quale sia la differenza tra pulizia e sbiancamento dei denti, possiamo trarre e nostre conclusioni. La prima è il primo passo verso una bocca sana, mentre il secondo è un trattamento estetico opzionale, ma talvolta davvero necessario per sentirsi a proprio agio in mezzo agli altri.
Prima di considerare lo sbiancamento, che sia in studio o domiciliare, è essenziale comunque eseguire una pulizia approfondita dei denti. I due trattamenti possono completarsi, al fine di poter ottenere un sorriso bianco e al tempo stesso sano e resistente.
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